La Rivoluzione francese aveva prodotto in Europa e anche in larga parte dell'Italia un profondo mutamento economico, sociale, civile e religioso. Nell' '800 si fanno strada i fenomeni dell'industrializzazione e dell'urbanesimo; la rivoluzione industriale ingenera straordinaria rapidità di sviluppo e di cambiamento dei mezzi di produzione e dei rapporti sociali.
Il secondo decennio del secolo XX vede lo scoppio del primo conflitto mondiale, al quale dopo pochi anni segue il periodo della dittatura fascista.
Nel maggio 1939 Hitler stringe con l'Italia il patto politico-militare detto "d'acciaio" e il 3 settembre dello stesso anno scoppia il secondo conflitto mondiale, al quale l'Italia prende ufficialmente parte nel 1940.
Dopo l'8 settembre 1945, con la firma dell'armistizio, l'Italia tenta di risollevarsi dalle rovine della guerra. Nel 1946 il popolo italiano è chiamato a scegliere, con referendum, tra monarchia e repubblica: è il primo suffragio al quale partecipano anche le donne. Si sceglie la forma repubblicana. Nel successivo 1948 viene promulgata la Costituzione della Repubblica Italiana. Seguono gli anni della ricostruzione, degli aiuti da parte delle Nazioni Alleate, in particolare con il piano "Marshall", e del boom economico.
La Chiesa di fine '800 si dibatte nello sforzo di salvare le strutture della società, passando faticosamente dall'ideologia della Restaurazione, che la legava strettamente allo Stato, "braccio secolare", sempre ingerente nella vita di essa, ad un orientamento politico in cui prevalgono i principi di separazione, che, se procurano frequenti ostilità tra le due istituzioni, tuttavia facilitano alla Chiesa l'assunzione di un atteggiamento più rispettoso e soprattutto più libero da preoccupazioni temporali.
I Pontefici che si susseguono segnano con incisività la storia religiosa di questi anni: Pio IX (1846), chiamato ad affrontare l'insolubile "Questione Romana". Nel 1854 proclama il Dogma dell'Immacolata Concezione; nel 1864 pubblica il Sillabo con cui condanna le idee del pensiero moderno; nel 1869 con la Costituzione "Pastor Aeternus" apre il Concilio Ecumenico Vaticano I che proclama il primato di giurisdizione del Papa e la sua infallibilità personale nelle definizioni ex cathedra.
Leone XIII (1878) è il Pontefice della grande enciclica sulla questione sociale "Rerum Novarum", nella quale per la prima volta vengono presi in esame e difesi i diritti inviolabili e fondamentali di ogni uomo lavoratore.
Pio X è il grande Legislatore che riordina tutta la normativa disseminata nelle Decretali dal tempo di Sisto V (1587), accogliendola in un unico testo. A lui si deve la sintesi della dottrina cattolica nel Catechismo.
Benedetto XV nel 1917 promulga il Codice di Diritto Canonico.
Pio XI, oltre ai gravi problemi di ordine politico che deve affrontare, si occupa della formazione del clero e della ripresa spirituale di tutta la Chiesa, proponendo eccelse figure da imitare nella via della santità, tra le quali S. Teresina, che chiama "Stella del suo Pontificato" e che più tardi confermerà quale Patrona della Congregazione fondata dalla Serva di Dio.
Pio XII (1939) è il Pontefice chiamato a governare la Chiesa negli anni duri della II guerra mondiale. La sua azione si volge a tre scopi principali: il pronto ristabilimento di una pace giusta e onorevole per tutti, la limitazione del conflitto, l'aiuto alle vittime della guerra. Condanna apertamente il contenuto ideologico del comunismo e la sua influenza atea in Europa e nel mondo; spiega tutte le sue energie per stimolare la comprensione delle Nazioni più prospere in favore di quelle più povere, soprattutto illustrando e propugnando la dottrina sociale cattolica (Cfr Enciclopedia Cattolica, Roma 1952, pp. 1510-1550).
In questo periodo la vita religiosa, dopo una profonda crisi, si va riprendendo, anzi la vera novità è l'irrompere in essa di un ingente numero di Congregazioni femminili di vita apostolica. La maggior parte di esse si dedica all'assistenza ai malati, alle scuole, all' educazione giovanile, con un'aperta sfida al laicismo (cfr MARTINA G. , Storia della Chiesa, Roma, 1980, pp. 423 ss.) .
"Al principio del sec. XX il lavoro viene considerato entro la prospettiva etica e di diritto naturale, come diritto al sostentamento per il lavoratore, e, in un periodo successivo, anche della sua famiglia. Pio XII accenna al lavoro come mezzo indispensabile al dominio del mondo. Verso gli anni '50 autori cattolici (M. D. Chenu, E. Mounier, J. Maritain, P. Teilhard De Chardin) riconoscono che col lavoro l'uomo fa evolvere il mondo e con ciò stesso egli si compie socialmente. Il lavoro è fattore di umanizzazione, diventando il perno di una socializzazione grazie alla quale l'umanità supera una tappa decisiva nella sua marcia collettiva" (M.D. CHENU, Per una teologia del lavoro, Torino 1964, p. 38).
Prevalente è l'interesse per i poveri e le attività educative sono orientate principalmente alla promozione dei ceti popolari. Le finalità di fondo sono uguali per tutte le Congregazioni: evangelizzazione e istruzione religiosa, difesa e promozione della fede attentata dalla Massoneria, dall'anticlericalismo ufficiale, dalla diffusione del socialismo e delle idee laiciste.
L'impegno cattolico nel campo della scuola è esigito dal processo di alfabetizzazione che s'intensifica ancor più a partire dal nuovo secolo. L'uso sociale dell'istruzione favorisce prevalentemente le classi urbane, pur partendo ugualmente dai Comuni la domanda dell'istruzione.